Con i recenti eventi legati al COVID-19, alcune discussioni che erano già in atto, hanno acquistato molto traino. Uno di questi punti, che già da anni era un argomento sempre più importante, specie per chi vive nelle metropoli e in aree altamente industrializzate, riguarda la cosiddetta “aria interna”, o “indoor” e tutto ciò che è legato all’inquinamento della stessa.
Nonostante le nostre vite si svolgano perlopiù all’interno delle abitazioni, questo non ci assicura un riparo dagli agenti esterni e, spesso, non ci accorgiamo che passare così tante ore in un luogo chiuso, tende a sviluppare nell’aria un mix piuttosto variegato di polveri, batteri e altre fonti d’inquinamento come solventi e sostanze nocive. Proprio riguardo il discorso batteri, con l’epidemia del coronavirus 2019 si è alzata l’attenzione a riguardo di cosa, effettivamente, viva nell’aria che respiriamo all’interno delle case, ma il problema è decisamente più ampio.
I criteri per un’aria interna pulita
L’OMS già nel 2000 aveva approvato il documento “The Right to Healthy Indoor Air”, riconoscendo il diritto umano a una qualità dell’aria interna capace di non essere nociva per le persone che la respiravano. Dopo alcuni anni, l’associazione ASHRAE (American Society of Heating, Refrigerating and Air-Conditioning Engineers) aveva creato una definizione univoca di “aria interna pulita”, che comprendeva sommariamente l’assenza di sostanze nocive nell’ambiente e dove almeno l’80% delle persone presenti si trovavano soddisfatte della qualità dell’aria.
Negli ultimi anni i passi avanti riguardo la purificazione degli ambienti interni sono stati molti, ma è ancora sottovalutata la pericolosità dei batteri che vivono nell’aria, dannosi per la salute. Parliamo di Legionella pneumophilla, alcune specie di staffilococchi, Candida e Pseudomonas. I sintomi dell’influenza di questi elementi nell’aria che respiriamo sono presto detti e facilmente individuabili: mal di testa, mal di gola, naso oppure occhi irritati, nausea, tosse e persino malattie infettive.
Soluzioni e rimedi
Ma come si interviene su situazioni del genere? Aprire le finestre non è sempre una buona idea, specie per chi abita in città ad alta densità di popolazione, dove l’aria esterna presenta altri rischi e non è la soluzione migliore. Occorrono impianti capaci di migliorare ciò che entra, migliorando sensibilmente la qualità dell’ambiente.
Va da sè che, rimane perentorio, si controllino le vie di dispositivi come condizionatori e di tutti gli impianti aeraulici.
Condotti puliti e aria più sana, significano meno rischi e una qualità della vita decisamente migliorata, senza brutti odori e batteri intorno a noi.